icerbox Vancura vecchi by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
ISBN: 9788858432341

La signorina aveva sorriso. Aveva posato il palmo della sua mano sulla mia e mi aveva risposto col verso successivo: Perdiana! Posso dire di aver provato un fremito dalla testa fino ai piedi. Posso dire che il tocco delle sue dita mi aveva scaraventato dritto agl’Inferi. La gioia che mi aveva invaso era cosí straziante, cosí improvvisa, cosí struggente, da somigliare piú a uno spavento. Ero rimasto senza fiato, sconcertato da quella profonda beatitudine che vi sommergeva come le pareti roteanti di un vortice. Non seppi far di meglio che stringere la signorina alla vita. Ah, non ci fosse stato in quell’istante dietro alle mie spalle il conducente! Non avessi sentito il suo pellicciotto maleodorante e, allo stesso tempo, le esalazioni dei cavalli! Ah, ancora adesso, a distanza di anni, riconoscerei sulla mia vecchia testa il punto preciso che era stato sfiorato dal viso della brunetta. Ancora adesso sentirei la tempia ardere lí dov’era avvenuto il contatto! Ma non avevo potuto fare nient’altro che quello che avevo fatto. Non avevo potuto baciare la signorina. E in quella disperazione e con quella sensazione di felicità che provavo, io stringevo nel pugno la pelle d’orso. La signorina si era ammutolita mentre io mi ero messo a respirare con la bocca spalancata.

Solo dopo un istante mi ero accorto che stavamo attraversando la riserva di caccia. La prima slitta si stava attardando e nel giro di pochi attimi ci saremmo trovati fianco a fianco alla pariglia di Michaela. La signorina ci faceva cenni di saluto e il conducente, che tanto male aveva compreso le mie intenzioni, si era messo a trattenere i cavalli. Senza neanche accorgercene, stavamo andando a un leggero galoppo rasenti all’altra slitta. Guardavo Michaela e mi sembrava di riconoscere nuovamente Susanne. Mi era sembrato di vedere la stessa pupilla nel profondo di uno specchio; lo stesso sorriso e infine la stessa folle e splendida determinazione nei confronti dell’amore.

La signorina Michaela aveva acconsentito a quel giretto solo perché voleva porre fine al malinteso con Jan. Non poteva credere che lui non avesse nulla da dirle. Sperava, coltivava la viva speranza, che sarebbe risuonata quella parolina che lei tanto desiderava.

Jan però continuava ancora a tacere, continuava ancora a parlare di banalità. «Forse non ha il coraggio», pensava Michaela tra sé, «forse si vergogna, forse si rinfrancherà. Restano ancora cinque minuti prima di giungere alla curva della strada, e prima di ritornarcene a casa passerà un’altra mezz’ora». — Mezz’ora. Un’eternità. Un battere di palpebre.

Ritengo di essere stato nel giusto, allora, quando avevo intuito con quanta gioia avrebbe cominciato volentieri lei stessa, ma è troppo difficile parlare d’amore.

Ho visto nel corso della mia vita molte fanciulle che si guadagnavano il pane in tutti i modi possibili e non ho provato mai ribrezzo davanti a loro. Se ne stavano sedute sulle mie ginocchia mentre io, con la mano nella tasca del cappotto bucato, contavo gli spiccioli. Lo sa iddío quanto mi intenerivano quelle puttanelle con le calze nere. Lo sa iddío quanto poco mi ripugnavano quelle loro vocine.

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